Trekking di avvicinamento a
un
villaggio Kogi
Per
raggiungere un villaggio Kogi è
faticoso, infatti si deve fare trekking per alcuni giorni tra le
montagne
della Sierra Nevada in Colombia.
La
Sierra di primo mattino, ancora un po'
in ombra sembra addolcire i suoi pendii ma è un'illusione di
breve
durata perchè si è subito messi alla prova dalla
natura del
terreno.
Liane, foglie
taglienti come un rasoio, tronchi
irti di spine,
formiche gigantesche infuriano proprio nel momento della sosta.
E'
un percorso da reinventare continuamente
alla
ricerca di un punto di guado nell'intrico della vegetazione
lussureggiante.
Su
e giù per ore, in un incessante saliscendi con brevi tratti in pianura
resi
faticosi dal fango che fa
affondare gli
animali fino al garretto. Jose
mi dice che
inoltrarsi nella Sierra
è molto pericoloso perchè nella maggior parte del
territorio
ci sono i guerriglieri e bisogna stare
molto attenti a non
percorrere i
loro sentieri.......
I
Kogi comprendono diverse comunità
che si autodefiniscono i "Fratelli Maggiori" e vivono in un orgoglioso
isolamento per seguire antichi rituali che permettono all'universo di
continuare
ad esistere, nonostante gli errori dei "Fratelli Minori",
cioè di
tutti coloro che non sono Kogi. Filmarli è difficile
perchè
considerano la telecamera un elemento di
disturbo che può
contaminare
il loro mondo......
Nel
villaggio la vita quotidiana è
avara di sorprese e i loro compiti sono ben divisi. Alle donne tocca
aiutare
gli uomini nel lavoro dei campi, lavare, cucinare ma anche costruire
le
mucillas, le tradizionali borse di cui i Kogi non potrebbero farne a
meno.
Gli uomini invece si occupano soprattutto della coltura
dell’agave, la
pianta che fornisce le fibre per
confezionare reti, sacchi e
corde. Il
segreto per vivere qui, comunque è quello
dell’adattamento ad un
ambiente estremo. Ne è un esempio l’uso
della
coca: gli uomini portano
sempre con
sé il popòro, un piccolo recipiente di zucca dal
quale estraggono
polvere di cal, ingrediente alcalino che mettono in bocca con un
bastoncino
per miscelarla al grumo
di foglie
di coca tenuto
sotto la guancia. In
questa
combinazione si potenziano i suoi effetti stupefacenti.
Ascoltando
il messaggio che essi hanno provato
a mandare, senza successo
ai “Fratelli
Minori”, si
può intuire quanto
ora siano preoccupati:
“I
fiumi si prosciugano. Non ci danno più
l’acqua necessaria per la vita. Noi Kogi abbiamo sempre
vissuto in
perfetta
armonia con la natura e se oggi anche noi nella Sierra sentiamo i
problemi che preoccupano voi, è perché voi
“Fratelli Minori” siete
i responsabili di questa grande
sofferenza. La Sierra,
il cuore
della
Terra
soffre. Se oggi il cuore soffre, soffre anche il resto della Terra. La
Terra, madre di tutti noi morirà se non stiamo attenti.Tutto
questo può
apparire un po’
presuntuoso
da parte loro ma bisogna pensare che essi si ritengono i guardiani
dell’Universo
ed ora i mamas, i loro sacerdoti, hanno compreso che i rituali da loro
conosciuti non sono più
sufficienti per permettere
all’universo
di continuare ad esistere.