Sacrificio degli animali durante la veglia funebre
Donna wayuu durante l'esumazione del padre (La Guajira)


Donne wayuu durante il pianto rituale 









Guajira

Guajira








  Wayuu woman in the exhumation of her father (La Guajira)
Appunti del viaggio


LA GUAJIRA - COLOMBIA
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SerpenteWAYUU: VITA E MORTE DI UN POPOLO (I Wayuu - Colombia - Guajira)

                                            Nella desertica e sabbiosa Guajira, tra vegetazioni di cactus e piante spinose abitano i Wayuu, una tribù di pastori seminomadi, una delle poche etnie indigene che riuscirono a resistere ai
                                       colonizzatori europei. La Guajira è un
lungo lembo di terra che si protende verso il mar dei Caraibi tra Colombia e Venezuela. Le alte temperature dovute all’inclemenza del sole, unite agli
                                       scarsi rilievi montagnosi, fanno di questa terra un deserto semi-arido inospitale, dove passano mesi e a volte anni senza che si registrino precipitazioni.
In questa meravigliosa quanto martoriata
                                       Colombia, paradiso dei narcotrafficanti e teatro di una incessante e sanguinosa guerriglia dove si registrano in media oltre 30.000 omicidi all’anno, dove avviene il più alto numero di sequestri al
                                       mondo e dove i leader più accreditati di qualunque opposizione muoiono ammazzati come mosche nella più totale impunità, non si parla spesso dei popoli nativi; 700.000 persone suddivise in 80
                                       gruppi etnici che rappresentano senza ombra di dubbio l’anello più fragile della catena sociale colombiana. Anche se nel 1991 è stata addirittura modificata la costituzione a favore delle minoranze
                                       etniche, i governi si sono ben guardati dall’applicare questi principi. Non hanno mai tutelato neppure la incolumità fisica delle persone che oggi si trovano sotto il tiro incrociato delle forze armate
                                       rivoluzionarie della Farc e dei gruppi paramilitari privati, pagati dalle aziende impegnate in commerci leciti o illeciti........

                                       Di ritorno dal cimitero i partecipanti iniziano la vera e propria festa per il defunto. Ognuno racconta la sua storia: parlano delle loro tradizioni e dei loro sogni. In questo ambiente si trasmettono
                                       gli insegnamenti degli avi e maturano la forza di conservare la propria visione del mondo. Un Wayuu muore due volte: la prima quando il corpo passa da carne viva a carne morta e poi quando
                                       passa da carne a osso. Per questo i defunti hanno diritto a due funerali. Il secondo, cioè quando la carne che ricopre le ossa si è decomposta, riflette le aspettative e i desideri del defunto ma celebra
                                       anche il gesto dei vivi che hanno fatto il loro dovere.......

                                            Alle prime luci dell'alba si dà inizio al sacrificio dei buoi. I Wayuu credono che il parente defunto abbia bisogno ancora del sostegno dei suoi animali che devono essere sacrificati per accompagnarlo
                                       nel nuovo mondo. Durante la veglia ne vengono uccisi un buon numero e il gesto assume il significato di un vero e proprio sacrificio rituale a favore del defunto. Per soddisfare le sue esigenze a                          
                                       volte si sperpera un'immensa fortuna in capi di bestiame con conseguenti difficoltà economiche per la famiglia. Nonostante ciò, i Wayuu lo fanno di buon grado, sapendo che solo in questo modo
                                       preservano se stessi e i loro parenti da mali futuri e perchè sanno che altri lo faranno per loro al momento della morte...........


                                            Appena l'orizzonte si tinge di chiaro, in un clima di tensione crescente, provocato dalla stanchezza e dall'alcool, cadono i primi colpi di piccone sulla tomba. Ne bastano pochi e la tomba viene subito
                                       aperta. La gente si dispone intorno alla bara ed Etsa si prepara ad estrarre le ossa del padre. Con una mascherina alla bocca si appresta alla macabra funzione. Stacca le ossa dal cadavere ad una ad
                                       una, le ripulisce dai brandelli di carne putrefatta e le depone in un sacco di tela.
E’ sempre un bambino che raccoglie le ossa del morto. Questa pratica impedisce allo yoluja di ritornare sulla terra
                                       provocando malattie e morte nei bambini. Terminata l'esumazione, le ossa vengono avvolte in un lenzuolo e incomincia di nuovo il l ungo pianto funebre.


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