E' stato un
viaggio molto lungo per raggiungere
la terra dove vivono gli Yanomami. Da Puerto Ayacucho infatti
ho
dovuto percorrere con una barca a motore
ben
900 km, risalendo il rio
Orinoco, il
canale
Casiquiare ed il rio Siapa......
Gli Yanomami, uomini e
donne indistintamente,
hanno il profilo facciale deformato da una abnorme sporgenza del labbro
inferiore perché fin da bambini usano tenere fra i denti un
bolo
di foglie di tabacco
impastato con cenere.
Poichè
tabacco
e cenere provocano un
PH molto basico nel cavo orale, ritardando lo sviluppo batterico e la
formazione
della placca, motivo per cui gli Yanomami hanno una invidiabile
dentatura........
Di
sera il villaggio si
anima e le donne festeggiano
il successo delle imprese venatorie pitturandosi in gruppo. Si
dipingono
con colori vegetali, usando come pennello un pezzo di liana masticata
all’estremità.
I colori più usati sono l’urukù,
cioè il rosso,
il
giallo, il turchino e il nerofumo tratto dal carbone di legna.
I
disegni,
oltre un valore estetico, implicano
significati religiosi, rituali e sociali. Colori e motivi sono
indice
dello
status dell’individuo nella vita quotidiana: appartenenza a
un clan, periodo
mestruale, vedovanza. Per rafforzare vincoli di amicizia e di
alleanza,
per preservare la comunità dal male, per
cagionare
danni
e
malefici
ai nemici, gli Yanomami usano aspirare l’epena, una polvere
vegetale allucinogena,
attraverso una canna di bambù. Grazie all’epena,
essi entrano in
contatto con gli spiriti
della
natura. Lo
sciamano è il capo
spirituale
della cultura Yanomami e fa appello a tutti i suoi poteri per salvare
la
comunità.
I
canti, i rituali e le
danza possono dare
un contributo per prevenire e curare.
Gli
Yanomami hanno
una profonda
sfiducia
nei confronti della medicina dei bianchi, generata dal fatto che
è
ritenuta incapace di curare quelle malattie
“culturali” e che invece
trovano un’adeguata
risposta
nella pratica medica
indigena.
Il
medico bianco ad
esempio, non sa curare
i mali derivanti dalla “perdita
dell’ombra”, nè quelli per i quali
si presume un’origine magica o soprannaturale. Solo lo
sciamano
conosce
i
metodi per curarli. Abolire lo sciamano e la sua medicina, non solo
non
risolve il problema ma lo complica ulteriormente. Bisognerebbe
piuttosto
abolire completamente la visione
indigena del mondo e
dell’uomo, ossia
assumersi definitivamente la
responsabilità del genocidio
culturale.
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